La presenza di muffa negli ambienti di lavoro rappresenta una problematica di notevole rilevanza sotto il profilo igienico-sanitario e normativo, la cui gestione richiede una conoscenza approfondita sia delle cause che delle possibili conseguenze sulla salute dei lavoratori e sulla produttività aziendale.
La muffa, un fungo che si sviluppa in presenza di umidità e temperature moderate, può proliferare su diverse superfici, tra cui muri, soffitti, mobili e impianti di ventilazione, creando un ambiente insalubre e potenzialmente pericoloso.
L'esposizione prolungata alle spore di muffa può causare una vasta gamma di effetti sulla salute, dall'insorgenza di allergie e irritazioni respiratorie fino a condizioni più gravi come infezioni polmonari e tossicità sistemica in individui particolarmente sensibili o immunocompromessi.
Come riconoscere la muffa in ufficio dai primi segnali
Riconoscere la presenza di muffa in ufficio dai primi segnali è essenziale per le imprese che desiderano salvaguardare se stesse sia la salute dei propri dipendenti.
La formazione di muffa è frequentemente causata da una serie di fattori interconnessi, quali alta umidità, temperature favorevoli, scarsa ventilazione e la presenza di acque piovane intrappolate all'interno degli spazi. Queste condizioni creano un microclima ideale per lo sviluppo di muffe, rendendo imperativo per i gestori monitorare attentamente tali variabili ambientali e dotarsi di strumenti adeguati al loro rilevamento.
I primi campanelli d'allarme ai quali prestare attenzione includono la percezione di un odore pungente, distintivo e sgradevole, che spesso pervade l'ambiente, e la comparsa di piccole macchie nere sui muri, particolarmente negli angoli e in altri punti meno aerati dell'ufficio.
Tali segnali richiedono un intervento tempestivo: posticipare il risanamento potrebbe non solo incrementare i costi per l'eliminazione della muffa ma anche compromettere seriamente il benessere dei lavoratori, esponendoli a rischi per la salute e, nel peggiore dei casi, rischiando persino la chiusura dell'attività.
Quali sono gli ambienti più a rischio e perché
La presenza della muffa in ufficio può essere favorita da svariati fattori, non ultima l’esposizione del palazzo e la sua ubicazione geografica. Infatti accade di frequente che alcuni uffici che si trovano in zone di campagna e in particolare a ridosso di colline non siano muniti di un sistema di filtraggio performante: in questo caso si creano le condizioni di ristagno d’acqua in seguito alle precipitazioni che creano un ambiente ideale per la nascita e proliferazione delle muffe.
Al tempo stesso è opportuno sottolineare che ci sono comunque alcuni spazi in cui è più facile che questo fenomeno si verifichi:
- archivi e aree di conservazione di materiali, ubicati in seminterrati o in aree teoricamente meno frequentate dell'edificio, sono particolarmente suscettibili alla formazione di muffa. L'accumulo di documenti, cartoni e altri materiali può ostacolare la circolazione dell'aria, mentre l'assenza di una ventilazione adeguata e il controllo dell'umidità favoriscono un ambiente umido ideale per lo sviluppo di muffe;
- bagni e spogliatoi, rappresentano un altro ambiente critico, a causa dell'alta umidità generata dall'uso di acqua e dai vapori. La presenza costante di umidità, se non adeguatamente gestita attraverso sistemi di ventilazione efficaci, può facilitare la comparsa e la crescita di colonie di muffa, soprattutto nelle fughe delle piastrelle, nei soffitti e dietro gli arredi;
- area break e zona cucina, dove si preparano e si consumano cibi e bevande, possono accumulare umidità a causa del vapore acqueo prodotto durante la cottura e dal lavaggio delle stoviglie. La combinazione di residui organici e umidità crea un ambiente particolarmente accogliente per la muffa, che può insediarsi su pareti, armadietti e sotto i lavandini;
- solaio, soffitte o zone soppalcate, soprattutto quando trascurate nella manutenzione ordinaria, possono diventare focolai di muffa se il tetto presenta infiltrazioni d'acqua o se l'isolamento non è sufficiente a prevenire la formazione di condensa. Queste aree, meno soggette a ventilazione naturale, richiedono attenzioni particolari per evitare l'accumulo di umidità.
È opportuno ribadire come l’esposizione al sole degli uffici giochi un ruolo centrale: quelli che ricevono poca luce solare diretta e sono caratterizzati da bassa ventilazione naturale sono più a rischio di sviluppare problemi di muffa. La mancanza di luce solare diretta favorisce un ambiente umido e freddo, particolarmente propizio per la crescita di muffa.
Le potenziali conseguenze di lavorare in un ambiente poco salubre
Chi deve lavorare in ambienti con la muffa può sperimentare delle conseguenze non solo sulla salute fisica ma anche mentale, con ripercussioni negative sul benessere generale e sulla produttività aziendale.
Infatti le spore di muffa, diffondendosi nell'aria, possono essere facilmente inalate o venire a contatto con la pelle o con le mucose più sensibili (come quelle degli occhi), causando una varietà di problemi di salute che variano in gravità a seconda della durata dell'esposizione e della suscettibilità individuale.
Tra le principali conseguenze di lavorare in un ambiente con la muffa ci sono:
- aumento delle reazioni allergiche, che possono manifestarsi con sintomi quali starnuti, congestione nasale, irritazione degli occhi, tosse e eruzioni cutanee. In individui sensibili, la muffa può scatenare asma o esacerbare i sintomi in chi ne è già affetto;
- problemi respiratori, inclusa la muffosi polmonare, una forma di infezione polmonare. Inoltre, può contribuire all'insorgenza di sindromi quali la bronchite cronica e altre malattie polmonari ostruttive;
- esposizione alle micotossine, può causare sintomi quali mal di testa, affaticamento, disturbi neurologici e, in casi estremi, condizioni più gravi come immunosoppressione o danni a organi interni;
- peggioramento della qualità del sonno, con ripercussioni sull'energia, sull'umore e sulla capacità di concentrazione durante le ore lavorative;
- aumento di stress e preoccupazione dal momento che la consapevolezza di lavorare in un ambiente con la muffa può ridurre la concentrazione e l'efficienza lavorativa, oltre a influire negativamente sul clima aziendale.
Muffa in ufficio: cosa dice la Legge
In merito alla presenza di muffa negli ambienti di lavoro il Decreto legislativo 81/08, stabilisce precise disposizioni per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Secondo questa normativa, qualora in un'azienda venga rilevata la presenza di muffa, il datore di lavoro è tenuto ad adottare tutte le misure necessarie per eliminarla o, qualora ciò non fosse possibile, per ridurre la contaminazione a livelli che non risultino dannosi per la salute dei lavoratori.
Le azioni richieste dalla legge comprendono:
- ridurre l'umidità interna al di sotto del 60%, per limitare uno dei principali fattori che favoriscono la crescita della muffa;
- assicurare una ventilazione adeguata degli ambienti lavorativi, per promuovere il ricambio d'aria e ridurre la concentrazione di spore di muffa;
- rispettare le norme igienico-sanitarie di base, per prevenire la formazione e la diffusione di agenti biologici nocivi;
- eseguire controlli periodici sulla qualità dell'aria e sugli impianti di aerazione, per individuare tempestivamente eventuali situazioni a rischio;
- per garantire l'efficacia e la tracciabilità delle azioni intraprese, è necessario che queste siano registrate in un apposito registro. Inoltre, deve essere nominato un Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP) incaricato di coordinare l'implementazione delle misure preventive e protettive.
La legge prevede inoltre implicazioni in termini di responsabilità civile per il datore di lavoro. Secondo l'articolo 2087 del Codice Civile, qualora le condizioni di lavoro dovessero provocare danni alla salute dei lavoratori a causa di negligenze o mancanze nella prevenzione e protezione dai rischi, il datore di lavoro sarebbe considerato responsabile. Questo impone l'obbligo di garantire un ambiente di lavoro sicuro e salubre, oltre a informare i lavoratori sui rischi connessi alla presenza di agenti nocivi e sulle misure preventive da adottare.