Per i più la muffa non è altro che un problema fastidioso e antiestetico che, se trascurato, può richiedere rimedi anche molto costosi. In realtà, essa è prima di tutto un microrganismo fungino, ossia un particolare tipo di fungo microscopico che trova il suo habitat ideale in ambienti umidi e mal ventilati, espandendosi sulle superfici per mezzo di spore. 

Come tutti gli organismi viventi, perciò, anche le muffe si distinguono in specie diverse: saper riconoscere a quale tipologia appartiene può essere di grande aiuto per trattare la presenza di muffa in casa. 

In base alla loro appartenenza all’una o all’altra classe tassonomica botanica, infatti, i diversi tipi di muffa si differenziano per causa e modalità di proliferazione, il che incide anche sulla scelta dei trattamenti più indicati con cui eliminarle. 

La cosiddetta muffa bianca è una delle più comuni manifestazioni dell’umidità di risalita: frequentemente associata alle muffe per la forma con cui si presenta, è in realtà il risultato di un processo molto più complesso che coinvolge i materiali e l'intera struttura.

 

Muffa bianca sui muri: si tratta davvero di spore fungine?


La formazione di muffa bianca sui muri è spesso mal interpretata, tanto che la stessa definizione “muffa bianca” è da considerarsi scorretta e imprecisa. Essa indica infatti alcune particolari barbe bianche che insorgono sulle pareti domestiche a macchie o lungo gli angoli: una serie di manifestazioni che, presentandosi come efflorescenze, vengono frequentemente scambiate per macchie di muffa. 

Tuttavia, è opportuno sottolineare da subito che non si tratta davvero di una muffa. In natura, infatti, non esiste una vera e propria muffa bianca e, quando si utilizza questo termine, in genere si tende a indicare, in maniera del tutto impropria, un fenomeno ben diverso da quello innescato dalla proliferazione di un microrganismo. 

Per esempio, in base alla specie fungina, in casa è possibile in genere osservare la diffusione di diverse tipologie di muffa (muffa verde, muffa nera, muffa rossa, muffa rosa e muffa arancione), una serie di manifestazioni a volte simili, a volte diverse, ma tutte accomunate dallo stesso fenomeno: la diffusione e il proliferare di spore fungine nell'ambiente.

Questi microrganismi, che per svilupparsi devono trovare le condizioni adatte, come poca luce, una superficie umida o bagnata, scarso ricambio di aria e alti livelli di umidità relativa, si depositano sulle superfici dei materiali per poi attaccarle, deteriorandole dall'esterno tramite i loro processi metabolici. Il fenomeno della muffa bianca sul muro ha invece originicaratteristichemodalità di diffusione del tutto diverse. 


Muffa bianca sui muri: cos’è veramente


I sedimenti bianchi che spesso compaiono sulle pareti di case particolarmente colpite dall’umidità sono, in realtà, dei conglomerati di sali minerali, che nulla hanno a che vedere con la proliferazione fungina. La definizione più consona di queste manifestazioni, infatti, sarebbe “cristallizzazioni in efflorescenze di nitrati” o, più comunemente, “salnitro”. 

I fenomeni della muffa e del salnitro, però, hanno un elemento in comune: sono entrambi l'effetto visibile di un eccessivo tasso di umidità in un ambiente poco o mal ventilato. In particolare, il salnitro è un fenomeno strettamente connesso all'umidità di risalita, uno dei più gravi problemi provocati dall'assorbimento dell’acqua da parte dei materiali. 

A seconda della loro natura e – nello specifico – della loro porosità, le sostanze usate per la costruzione di muri ed edifici possono essere infatti più o meno assorbenti: nei casi più estremi (per esempio quando per le fondamenta di un immobile con piani interrati viene utilizzato il tufo, pietra vulcanica estremamente porosa), si può arrivare ad un vero e proprio effetto spugna dell’acqua presente nel sottosuolo, con il risultato a lungo termine di danni strutturali gravissimi. 

Quando ciò si verifica, ci si trova davanti al fenomeno dell’umidità di risalita capillare, per effetto della quale l'acqua, penetrando attraverso le fondamenta, impregna i muri, risalendo fino a manifestarsi all’interno dell’abitazione. 

Tra i sintomi più frequenti dell’umidità di risalita si possono annoverare:

  • Muffa; 
  • Rigonfiamenti o sgretolamenti dell’intonaco;
  • Cattivi odori;
  • Pareti umide al tatto;
  • Fenomeni di condensa;
  • Macchie di umidità continuative a onda sulle parti più basse delle pareti;
  • Formazione di salnitro. 

I depositi di salnitro sui muri, comunemente chiamati muffe bianche, sono quindi causati dall'acqua presente nel sottosuolo, che, risalendo in modo capillare attraverso i materiali edili che compongono fondamenta e muri portanti dell’abitazione, rilascia al loro interno sostanze come ammoniaca o batteri precedentemente assorbite sottoterra.

Queste, venendo a contatto con il carbonato di potassio presente nelle opere in muratura e con l’ossigeno degli ambienti interni, danno vita ad un composto chimico chiamato nitrato di potassio, anche conosciuto – appunto – come salnitro. 

Salnitro: dove si manifesta maggiormente?


Il problema del salnitro si manifesta, in genere, all’interno delle abitazioni, dato che la formazione esterna delle efflorescenze è spesso impedita da eventi climatici e precipitazioni: oltre a colpire muri e parenti, capita spesso che la muffa bianca attacchi superfici in legno o che si presenti in ambienti particolarmente umidi, come cantine o vespai

A essere colpiti sono sia edifici di recente costruzione sia abitazioni con problemi di umidità, poiché in genere il fenomeno è dovuto all'assenza o alla degradazione dello strato di isolamento tra l'edificio e il suolo. Naturalmente, il salnitro non deve essere trascurato, poiché l’aumento di volume dei cristalli potrebbe arrivare a provocare danni anche gravi alla parete.

Essendo l’umidità di risalita un problema non contingente o temporaneo, bensì legato alla conformazione fisica del territorio su cui sorge l’edificio e alla struttura dell’immobile stesso, se non trattata può aumentare portando ad un accumulo progressivo del salnitro. 

Quest’ultimo, dapprima presente in quantità microscopiche e invisibili, nel tempo può creare infatti dei veri e propri depositi di muffa da risalita sui muri, ossia delle efflorescenze di cristalli bianchi che finiscono per attaccare le pareti.

Il ciclo che si innesca è da considerarsi deleterio poiché, alimentato continuamente da una falda o da una perdita nel sottosuolo, nel corso dei mesi tende a ripetersi più e più volte, provocando un accumulo di cristalli nelle murature e sulle superfici. 

Nel primo caso la conseguenza è un processo di espansione del materiale, che causa una serie di fessurazioni interne non visibili, ma dall'impatto potenzialmente distruttivo; nel secondo si assiste al rigonfiamento di intonaci, pitture e carte da parati, un fenomeno facilmente percepibile, poiché responsabile del degrado delle superfici. 

In presenza di salnitro, è quindi essenziale evitare di trascurare il problema e attivarsi affinché un esperto possa valutare l'estensione del fenomeno e le condizioni in cui versa l'edificio. Il salnitro, inoltre, non comporta soltanto delle conseguenze di natura estetica e strutturale: può determinare danni molto più gravi, mettendo a repentaglio il benessere dei residenti.

La muffa bianca fa male?


Pur non essendo propriamente una muffa, anche il salnitro può diventare dannoso per la salute

Essendo la conseguenza di un eccesso di umidità, infatti, oltre a facilitare l’insorgere di danni materiali (la cui risoluzione è spesso costosa) e a favorire il proliferare di insetti o cattivi odori, può avere effetti deleteri sugli organismi più fragili, come quelli di bambini o anziani. 

Ma il salnitro sui muri è tossico? In genere no; tuttavia, anche se è considerato meno invasivo per l’organismo umano rispetto alle muffe – data la mancanza di spore immesse nell'ambiente – se sottovalutato e non adeguatamente risanato, rischia di provocare irritazione di occhi o gola, sfoghi cutanei o allergie

È bene inoltre precisare che, con l'umidità, aumentano anche le probabilità che le spore della muffa proliferano nell'ambiente, scatenando rinite cronica, asma, congiuntivite, reazioni allergiche o – nei casi più gravi – lo sviluppo di malattie del sistema respiratorio.

L’efflorescenza salina, alla lunga, può essere poi pericolosa per cani e gatti i quali, dopo i primi sintomi, tra i quali letargia o stordimento, sono soggetti a un indebolimento del sistema polmonare e ad emorragie.

Per prevenire danni all'edificio e la creazione di un ambiente malsano è dunque doveroso prendere provvedimenti il prima possibile, optando per un intervento che, affrontando il problema in modo diretto, possa dirsi davvero risolutivo.

Tra le tecniche più efficaci ci sono quelle di Murprotec, che dispone delle migliori tecnologie e delle competenze necessarie, per risanare le pareti ammalorate, favorire l'asciugatura ed eliminare l'insorgenza di efflorescenze saline in modo definitivo.

Muffa bianca: come eliminarla?


Esistono diversi rimedi fai da te considerati utili per la trattazione casalinga del salnitro. I più diffusi sono:

  • L’applicazione di una soluzione di acqua e acido muriatico;
  • L’utilizzo di prodotti anti-sale tesi a disattivare la formazione di sale di potassio;
  • L’applicazione di sostanze come l’ammoniaca o la candeggina.   
     

È doveroso ricordare, tuttavia, che tali rimedi, contribuendo a eliminare solamente i depositi di sale sui muri, hanno effetti solo temporanei. Limitarsi a rimuovere provvisoriamente gli inestetismi da salnitro è una misura palliativa priva di alcuna utilità, ma che anzi può compromettere ulteriormente la solidità della struttura. 

Per neutralizzare definitivamente il salnitro, così come le altre tipologie di muffe, è necessario adottare misure più lungimiranti, che prendono piede dalla corretta identificazione del fenomeno che ne ha innescato la diffusione: l’umidità di risalita. Intervenendo alla radice del problema verrà sventata per sempre la minaccia che rappresenta per le strutture, evitando che i suoi effetti visibili e invisibili possano ripresentarsi nel tempo. 

Basandosi su una lunga esperienza nel campo dei trattamenti anti umidità, Murprotec ha brevettato un metodo innovativo in grado di risolvere per sempre il problema dell’umidità di risalita. 

Stante che la porosità dei materiali interni alle mura domestiche è la causa prima della penetrazione dell’acqua al loro interno, Murprotec ha optato per una strategia che andasse a ridurre l’assorbenza delle pareti, così da interrompere la risalita capillare e il ciclo di formazione del salnitro sul nascere. 

Tale strategia si basa sull'immissione, nelle murature colpite dal problema, della formula MSC+ (Microemulsioni Siliconiche Concentrate), un materiale impermeabile, innovativo e sicuro che, reagendo con l'acqua, forma all'interno delle pareti una barriera chimica idrofoba, capace di garantire la perfetta traspirazione dei materiali ed eliminare il problema dell’umidità. 

Il metodo Murprotec dimostra la sua efficacia già dopo pochissimi mesi. Le tempistiche variano in base alla gravità della situazione e allo spessore del muro, ma in genere oscillano tra i 6 e i 18 mesi, al termine dei quali i livelli di umidità tendono a scendere al di sotto il 6%.